Rock Icon – Speciale Pink Floyd
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Imprescindibili. Che piaccia o meno, questo è uno dei possibili aggettivi che meglio fotografa i Pink Floyd. E unici. È l’altro aggettivo che li definisce, ancor più di “innovativi”, perché chi innova cambia qualcosa che c’era prima, ma la musica, quel tipo di musica creata da Syd Barrett, Roger Waters, Nick Mason e Richard Wright prima del 1965 (e dal ’67 anche da David Gilmour), oggettivamente non era mai risuonata prima.
Perché quello dei Pink Floyd è molto più di uno stile, è addirittura un mondo, un universo in cui loro hanno impresso il loro personalissimo modo di vedere la vita stessa. D’avanguardia. È la terza definizione che calza a pennello: perché – malgrado siano trascorsi già 58 anni dagli esordi – loro non si sono fatti raggiungere dal tempo. Sembra il destino delle band. Alcune – come i Rolling Stones o i Beatles – influenzano i gusti delle generazioni che le ascoltano, altre – come i Pink Floyd – ne plasmano la percezione, proiettandone l’eco nei decenni a venire.
Ecco spiegato perché ai nostri giovani degli anni DuemilaVenti la loro musica risulta ancora nuova, perché non viene dal passato bensì da un futuro che loro si apprestano ad affrontare: quello della conoscenza di se stessi, delle proprie percezioni, dei baratri interiori ed esteriori. Una musica che osserva una realtà estranea ed alienante. Da qui il ricorso alla psichedelia nei loro spettacoli multimediali (light show e quadrifonia), e alle copertine di album che hanno contribuito a scrivere la storia della graphic art (uno su tutti, The Dark Side of the Moon). Che la musica del gruppo fosse strettamente connessa alla sua rappresentazione si è apprezzato con l’apoteosi del memorabile approdo di The Wall nei cinema, ma anche nella tessitura delle sofisticatissime tecniche di registrazione e negli effetti sonori, nei mixaggi e nell’uso di rumori di fondo originalissimi, che sono diventati di fatto un marchio di fabbrica della band inglese.
Chi conosce gli abissi e le vette della loro musica, dei loro concerti e finanche dei loro silenzi, del loro essere anti-star e anti-divi per eccellenza, sa che quella dei Pink Floyd è una storia sempre aperta, che non si finirà mai di raccontare del tutto per le implicazioni e le suggestioni che continua a regalarci. Con questo numero di Rock Icon ci abbiamo provato, ma è solo l’inizio…
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